I grandi cimiteri sotto la luna (Italian Edition) by Bernanos Georges

I grandi cimiteri sotto la luna (Italian Edition) by Bernanos Georges

autore:Bernanos Georges [Georges, Bernanos]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SE
pubblicato: 2018-08-03T04:00:00+00:00


III.

Il mondo sarà giudicato dai fanciulli. Sarà lo spirito dell’infanzia a giudicare il mondo. Certo, la santa di Lisieux non ha scritto niente di simile; forse non si è mai proposta un’immagine molto precisa della meravigliosa primavera che annunciava. Non s’aspettava – voglio dire – che la sua primavera si stendesse un giorno su tutta la terra, ricoprendo col suo flusso odoroso e la sua bianca schiuma le città d’acciaio e i gusci di cemento, i campi innocenti atterriti dai mostri meccanici e perfino la nera terra dei cimiteri. « Farò cadere una pioggia di rose » diceva vent’anni prima del 1914. Non sapeva di quali rose si trattasse.

*

Il mondo sarà giudicato dai fanciulli. Non intendo dare a queste parole alcun significato specificamente mistico. Paul Claudel ha i suoi Vacquerie in testa, come li aveva il suo vecchio maestro Hugo. I Vacquerie di Paul Claudel, se non mi hanno ispirato disgusto per la mistica, me ne hanno ispirato per Paul Claudel, perché nulla quanto un plagio ingenuo e fervido vale a dimostrare che un prodigioso dono d’invenzione verbale non va mai esente da qualche fondamentale scempiaggine. Applicata al visionario della Legende des siècles, questa parola non sconvolge più nessuno, da quando è morto il compianto Paul Souday. Pronunciandola per la prima volta, Barbey d’Aurevilly raccolse a suo tempo una quantità di indignati clamori. Possa io, per quanto indegno del vecchio maestro della mia giovinezza, raccogliere a mia volta e tenere nel cavo delle mani l’indignazione degli imbecilli. Certamente, le circostanze non hanno assecondato il profeta di Guernesey. Egli è riuscito a mettere in versi grandiosi la filosofia del « Constitutionnel » e la scienza di Raspail; Paul Claudel attinge i suoi dalla « Revue thomiste ».

D’altronde, non sarebbe stato sufficiente quel tanto di Vacquerie che è in Claudel ad allontanarmi da ogni volgarizzazione poetica di san Giovanni della Croce. Per fortuna, è proprio la mia rusticità a vietarmi naturalmente letture più grandi di me. Se esistesse un dizionario di mistica – e forse in effetti esiste –, mi guarderei bene dall’aprirlo, come mi guardo bene dall’aprire i dizionari di medicina o di archeologia. Rispetto troppo la particella di sapere che posseggo, tanto faticosamente acquisita, per introdurvi elementi ambigui. Di tutti i discorsi ambigui, il più ridicolo mi sembra quello che, senza avere un senso, sconfina nel sublime. A che pro rischiare di rompersi il muso, cercando sulle vette le verità che sono a portata di mano? Se anche fossi miscredente, mi pare che l’intima vita della Chiesa mi rivelerebbe sempre in modo singolare quelle deficienze segrete e quelle alterazioni della sostanza morale che trasformano lentamente e quasi insensibilmente i popoli, al punto da passare inosservate, sino a quando d’un tratto non scoppia la crisi, scatenata da circostanze fortuite che lo storico, con grande serietà, chiamerà cause. Qualunque osservatore in buona fede concorderebbe con me che da una società spirituale come la Chiesa parrebbe ancora legittimo attendersi, in mancanza di sovrumana chiaroveggenza, reazioni molto più vivaci e sensibili. È un punto di vista incompleto, lo confesso, ma non falso.



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